Nel libro “Le Perle di Igino Giordani”, la sintesi di una voce profetica del ‘900

Nel libro "Le Perle di Igino Giordani", la sintesi di una voce profetica del '900
E’ uscita di recente nelle edizioni Effatà una raccolta di 200 aforismi selezionati tra i numerosi scritti di Igino Giordani, giornalista, scrittore, uomo politico sempre alla ricerca della verità e impegnato in una vita coerente con la fede cristiana. Nell’intervista alla curatrice, Patrizia Mazzola, emerge l’ attualità del suo pensiero, utile punto di riferimento anche per i nostri giorni

Igino Giordani è un uomo dai grandi ideali e dalla fede profonda, è scrittore, giornalista, politico. Nasce a Tivoli il 24 settembre 1894 in una famiglia povera, grazie al sostegno di un benefattore si dedica allo studio, partecipa alla Prima guerra mondiale senza mai sparare un colpo. Nel 1946 viene eletto all’Assemblea costituente ed entra in Parlamento. Si oppone con tutte le sue forze al fascismo, lotta contro l’ingiustizia e la sopraffazione. Sposato, 4 figli, scrive in diversi giornali e riviste italiane ed estere. Diventa direttore di vari quotidiani, dirige la Biblioteca Apostolica Vaticana, scrive un centinaio di libri.

Il forte impegno per la pace
L’incontro con la giovane trentina Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari di cui si celebra quest’anno il centenario della nascita, lo segna profondamente e lo coinvolge così da essere considerato cofondatore del Movimento stesso. Nella spiritualità della Lubich vede una via di santità alla portata di tutti. Aspira a un mondo di pace e lavora con convinzione per l’Europa unita, è il primo firmatario di una legge sull’obiezione di coscienza. Interviene più volte in Parlamento contro le spese per gli armamenti e per cercare una via di dialogo con il blocco comunista. In politica e nella professione di giornalista non scende mai a compromessi, pagandone le conseguenze. Giordani si spegne a Rocca di Papa il 18 aprile 1980 lasciando in eredità soprattutto una forte testimonianza di amore per Dio e per l’umanità. Nel 2002 è iniziato il processo per la sua Causa di beatificazione avviato dalla Diocesi di Tivoli.

“Lo sfruttamento sociale comincia quando non si ama più l’uomo: quando non si rispetta più la sua dignità, perché se ne vedono i muscoli, e non se ne vede lo spirito”

Gli aforismi di Igino Giordani
“Le Perle di Igino Giordani” è un libro pubblicato di recente da Effatà Editrice. La curatrice è Patrizia Mazzola, palermitana, laureata in Lingue e Letterature straniere, insegnante per vent’anni nei quartieri a rischio della sua città, Ballarò e Brancaccio, collaboratrice di diverse riviste, tra cui “Città Nuova”. Il volume è una raccolta di frasi selezionate da alcune delle numerosissime opere di Giordani. Sono brevi e folgoranti espressioni che intendono offrire un’esplorazione del suo pensiero e che si presentano accorpate secondo dieci tematiche: Amore e fraternità, Cristianesimo, Ecumenismo e unità, Famiglia; Giustizia e pace, Laicità e libertà, Lavoro, Politica, Ricchezza e povertà, Santità.

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Le Perle di Igino Giordani

Giordani e la passione per l’umanità
Quella di Giordani è una voce spesso profetica, ancora oggi attualissima. Nell’intervista alla curatrice tutto questo emerge, ma la prima domanda riguarda un aspetto personale: l’incontro di Patrizia Mazzola con Igino Giordani, perchè è da quell’incontro che in lei nasce l’interesse per questa eccezionale figura e anche l’idea di questo libro:

R. – Il mio incontro con Igino Giordani è avvenuto all’età di 12 anni, attraverso “La Città Murata”, un romanzo storico ambientato in epoca medievale, poi qualche anno dopo ho avuto la grande opportunità di conoscerlo personalmente a Rocca di Papa durante un convegno per giovani. Ci intrattenevamo con lui nel giardino, facevamo tante domande, lui ormai anziano, rispondeva, era molto cordiale, affettuoso e spiritoso. Però è stato un suo libro scritto nel 1925, “Rivolta Cattolica” che mi ha aperto uno squarcio su questa persona, un gigante della letteratura e della vita politica di quel tempo. Allora mi sono legata profondamente alla sua storia, ai suoi scritti, perché mi ha trasmesso questa sua passione profonda nei confronti dell’umanità, unita alla ricerca e all’amore per la verità.

Giordani è stato una voce profetica, basta pensare alla sua presa di posizione sull’obiezione di coscienza, sulla guerra ecc… Che cosa ci può dire su questo?

R. – Io parlerei di parole chiave per definire la sua figura, che si potrebbero riassumere in tre parole precise: fede – pace – coerenza. Intanto, riguardo all’ essere profeta, io lo intenderei nel suo significato etimologico, cioè non solo il predire il futuro, ma piuttosto il parlare pubblicamente, davanti al popolo. Nella Bibbia la funzione del profeta è proprio quella di ammonire il popolo che si è allontanato da Dio, e secondo Max Weber il profeta è proprio colui che intende operare direttamente nella storia, esercitando una funzione politica. Quindi, questa funzione di profeta lui l’ha esercitata in maniera magnifica. Ritornando alle parole chiave: lui è una persona di profonda fede che ha prestato la sua persona alla ricerca incessante della verità. L’altra parola chiave, la pace: lui ha scritto tantissimo e operato tantissimo, soprattutto come politico, per la pace. E poi la coerenza che gli ha dato la possibilità di manifestare, specialmente da parlamentare, questo suo pensiero forte, autentico.

“L’odio è guerra, la guerra è miseria, e la miseria genera odio, che porta alla guerra: la morte genera morte. Non sarebbe tempo di pensare a vivere?”

Un altro tema importante è quello dell’Europa: lui guardava all’Europa unita…

R. – L’Europa per lui era il sogno, era qualcosa che avrebbe messo radici per allontanare sempre di più i venti di guerra. Giordani ha fatto la Prima guerra mondiale, è stato ferito 13 volte anche se non ha mai sparato un colpo durante la sua permanenza nel servizio militare da sottotenente, e poi la Seconda Guerra Mondiale e lui sferza quei politici che addirittura con la bomba atomica hanno posto fine a una guerra, ma in che maniera… Per lui l’Europa è la base su cui si fonda la pace.

Leggo alcune frasi riportate nel libro: “La libertà è libertà dal male, non dal bene”, oppure “La pace come la guerra origina dal cuore di ciascuno”. Può commentarle?

R.- Lui studia a fondo le cause, per esempio che provocano il contrasto con la giustizia e la pace. Le chiama per nome: egoismo, fame, miseria, disoccupazione, omicidio e lui grida appunto questa pace e si adopera in tutti i modi per questo, però è cosciente che la pace parte da ciascuno di noi, nel nostro cuore, e quindi compie una doppia azione: a livello personale come cristiano per far sì che la sua vita sia coerente con il messaggio di Cristo, e poi come politico, ad esempio è stato il primo firmatario, insieme al socialista Calosso, a firmare la prima legge sull’obiezione di coscienza. Specialmente nel suo libro “Disumanesimo” scritto nel ‘49 lui è molto forte, perché i cristiani in quel momento, gli intellettuali soprattutto, seguivano l’ideologia totalitaria. Quindi lui sente proprio questo compito e ritorniamo alla profezia…

Un altro aspetto che mi sembra bello sottolineare è il suo forte senso della laicità, della dignità dell’essere laici e questa sua frase “Il lavoro è amore che si realizza”, mi sembra eloquente. Dice che le cose umane sono importanti…

R. – La laicità in lui parte dall’idea del sacerdozio regale, che accomuna tutti i battezzati, quindi il laico per lui esprime non solo una vocazione da vivere nel mondo, ma una missione nella Chiesa e nell’umanità. L’ essere laico, che nella storia della Chiesa era considerato un ruolo di serie B, lo lancia a valorizzare proprio questo lavoro; lui dice non possiamo pregare come i consacrati, ma il nostro lavoro è preghiera se lo facciamo per amore di Dio.

R. – Sì, in una sala di Montecitorio, incontra Chiara Lubich, la fondatrice del Movimento dei Focolari e viene attratto dalla sua radicalità evangelica – Chiara aveva 28 anni – , e dal fatto che la santità non fosse privilegio di pochi ma fenomeno di massa. Questo incontro lo trasformerà, tanto è vero che vuole legarsi a lei con un patto di unità aderendo profondamente a questa nuova spiritualità che stava irrompendo nella Chiesa. In Chiara lui ha visto la realizzazione di quella santità che poteva raggiungere personalmente, ma soprattutto insieme ad altre persone. Quindi l’incontro con il carisma dell’unità lo accese a tal punto che Chiara stessa lo chiamò Foco ed è veramente anche l’esperienza che io faccio ogni giorno leggendo i suoi testi che veramente metteno dentro questo fuoco, la passione per la Chiesa ma soprattutto per gli ultimi, per l’uomo.

Perché questa sua raccolta di frasi di Igino Giordani e che cosa si augura che possa produrre la sua lettura?

R. – Questa raccolta è il frutto di qualche anno di lavoro. Il libro è composto da 10 tematiche, per ogni tematica ci sono 20 aforismi, in tutto 200 piccoli pensieri preceduti da una mia breve introduzione. E’ un’opera meditativa e divulgativa, propedeutica al pensiero di Giordani perché vorrei diffondere la sua figura e spero che chi leggerà questo libro poi vorrà approfondirla ovviamente leggendo i suoi testi, i suoi più di 100 volumi, 4000 articoli…. E’ stato difficile riassumerli in un piccolo libro, però spero che queste pagine suscitino questo fuoco e questa passione per gli altri e per condurre coerentemente la propria vita.

“La libertà è libertà dal male, non dal bene”

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Fonte: Vatican News

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