Omelia del 1 Marzo 2019: Vangelo e Parola del Giorno

Omelia del 1 Marzo 2019: Vangelo e Parola del Giorno

PAROLA DEL GIORNO


Dal libro del Siracide
Sir 6,5-17

Una bocca amabile moltiplica gli amici,
una lingua affabile le buone relazioni.
Siano molti quelli che vivono in pace con te,
ma tuo consigliere uno su mille.
Se vuoi farti un amico, mettilo alla prova
e non fidarti subito di lui.
C’è infatti chi è amico quando gli fa comodo,
ma non resiste nel giorno della tua sventura.
C’è anche l’amico che si cambia in nemico
e scoprirà i vostri litigi a tuo disonore.
C’è l’amico compagno di tavola,
ma non resiste nel giorno della tua sventura.
Nella tua fortuna sarà un altro te stesso
e parlerà liberamente con i tuoi servi.
Ma se sarai umiliato, si ergerà contro di te
e si nasconderà dalla tua presenza.
Tieniti lontano dai tuoi nemici
e guàrdati anche dai tuoi amici.
Un amico fedele è rifugio sicuro:
chi lo trova, trova un tesoro.
Per un amico fedele non c’è prezzo,
non c’è misura per il suo valore.
Un amico fedele è medicina che dà vita:
lo troveranno quelli che temono il Signore.
Chi teme il Signore sa scegliere gli amici:
come è lui, tali saranno i suoi amici.


VANGELO DEL GIORNO


Dal Vangelo secondo Marco
Mc 10,1-12

In quel tempo, Gesù, partito da Cafàrnao, venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare.
Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».


PAROLE DEL SANTO PADRE


[…] È stato poi il Papa stesso, all’omelia, a suggerire una «notizia a giornali e telegiornali»: la moglie e il marito che vivono da tanti anni insieme «sono a immagine e somiglianza di Dio» e, per questo, dovrebbero fare più notizia di divorzi, separazioni e scandali. È dunque un invito a guardare al positivo e a riscoprire «la bellezza del matrimonio» l’essenza della riflessione del Pontefice, che ha preso le mosse dal passo evangelico di Marco (10, 1-12). «Gesù insegna alla folla» ha affermato, facendo notare che «la gente semplice ascolta il Signore perché ha voglia, ha sete, ha sete di dottrina, ha sete di verità; ha una fede che cerca di crescere». E la gente semplice anche «intuisce che il Signore è un profeta, un maestro e lo segue. Semplicemente ascolta».

Invece, ha proseguito Francesco rileggendo il brano del Vangelo, «questi farisei, o anche dottori della legge, si avvicinarono e per metterlo alla prova gli fecero una domanda casistica, quelle domande della fede che “si può o non si può”, dove la fede è ridotta a un “sì” o a un “no”». Ma «non il grande “sì” o il grande “no” dei quali abbiamo sentito parlare, che è Dio», ha fatto presente il Pontefice riferendosi al passo della lettera di san Giacomo apostolo (5, 9-12). Per i farisei, invece, la questione è «si può o non si può». E «la vita cristiana, la vita secondo Dio, secondo questa gente, è sempre nel “si può” e “non si può”, per metterlo alla prova».

Ma «quando sente queste cose, il cuore di Gesù soffre e va oltre: va oltre; va su, va su» ha spiegato il Papa. «La domanda è sul divorzio, sul matrimonio: per loro, il matrimonio sembra che fosse “si può o non si può”; fino a che punto devo andare avanti, fino a che punto no». Invece, ha fatto notare Francesco, «Gesù va su e arriva fino alla creazione e parla del matrimonio che forse è la cosa più bella» che il Signore ha fatto «in quei sette giorni, sono sette tappe». Nel brano di Marco si legge infatti che «Gesù disse loro: “Dall’inizio della creazione Dio li fece maschio e femmina; per questo, l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne”».

«È forte quello che dice il Signore» ha rilanciato il Pontefice. «Dio — ha proseguito — li ha creati dall’inizio così e non dice “sono un solo spirito, un solo amore”, no: “una carne”, proprio non si può dividere quello!». Ma, ha aggiunto, «lascia il problema della separazione e va alla bellezza del matrimonio, alla bellezza della coppia che deve essere unita». E così, ha affermato il Papa, «l’uomo e la donna lasciano le loro famiglie per incominciare una nuova strada, un nuovo cammino». Per questo «c’è una rottura nell’uomo e nella donna per iniziare questo: la rottura con quello che era prima, con la famiglia che era prima; “lascia per diventare” e poi tutta la vita questo cammino di andare avanti insieme, non due, ma uno». Dunque, «andare nella vita così, uno, e quello che è uno deve rimanere uno: questo è quello che dice il Signore».

«Noi non dobbiamo soffermarci, come questi dottori, su un “si può o non si può” dividere un matrimonio» ha fatto presente il Papa. «Alle volte c’è la disgrazia che non funziona — ha spiegato — ed è meglio separarsi per evitare una guerra mondiale, ma questa è una disgrazia». Piuttosto «andiamo a vedere il positivo». E in questa prospettiva, ha aggiunto, «a me piace oggi parlare di questo, perché tra voi ci sono sette coppie che celebrano il cinquantesimo o il venticinquesimo di matrimonio». Sono coppie, ha affermato Francesco, che «vengono a celebrare, cioè a gioire davanti al Signore per questi cinquant’anni, per questi venticinque anni di strada insieme».

«Ognuno, quando arriva a questo punto, riflette sulla strada percorsa e ringrazia il Signore» ha proseguito il Pontefice. «Io ricordo — ha confidato — una volta in un’udienza generale, salutando la gente mi sono soffermato davanti a una coppia: erano giovani, mai avrei pensato che celebrassero il sessantesimo! Ma non sembravano così anziani!». Il fatto è che «a quel tempo — ha aggiunto il Papa — si sposavano giovani; oggi, perché il figlio si sposi, la mamma deve smettere di stirargli le camice perché non vuole andarsene di casa». Ricordando quella coppia, Francesco ha confidato ancora: «Io li guardai e dissi: “siete felici?”. E loro, che guardavano me, si sono guardati negli occhi e poi, quando sono tornati a guardare me, avevano gli occhi bagnati, e tutti e due mi hanno detto: “siamo innamorati”. Dopo sessant’anni l’amore era forte come il buon vino: il tempo nobilita il buon vino e quando invecchia diventa ancora migliore».

«È vero che ci sono delle difficoltà, ci sono dei problemi con i figli o nella stessa coppia, discussioni, litigi» ha riconosciuto il Pontefice. Ma «l’importante è che la carne rimanga una e si superano, si superano, si superano». Perché, ha spiegato, «questo è non solo un sacramento per loro», per gli sposi, «ma anche per la Chiesa, come fosse un sacramento che attira l’attenzione: “guardate che l’amore è possibile!”». E «l’amore è capace di fare vivere innamorati tutta una vita — ha ricordato Francesco — nella gioia e nel dolore, con il problema dei figli e il problema loro». Però l’importante, ha detto ancora, è «andare sempre avanti, nella salute e nella malattia, ma andare sempre avanti. Questa è la bellezza».

Ed «è tanto bello — ha spiegato ancora il Papa — perché nella Bibbia, nel momento della creazione, il Signore li ha creati maschio e femmina, a sua immagine li ha creati». Nel «matrimonio, così, l’uomo e la donna sono a immagine e somiglianza di Dio». Tanto che a chi si domanda: «come è Dio?», si può suggerire di guardare «quel matrimonio che da tanti anni va insieme, lotta e fa figli e va avanti: guarda, Dio è così!». Proprio quei due sposi «sono a immagine e somiglianza di Dio». Davvero «il matrimonio è una predica silenziosa a tutti gli altri, una predica di tutti i giorni». Ed «è doloroso» constatare che una coppia che vive da «tanti anni insieme non è notizia» per «i giornali e i telegiornali». Invece «notizia è lo scandalo, il divorzio o questi che si separano: a volte si devono separare, come ho detto, per evitare un male maggiore». Ma «l’immagine di Dio non è notizia» ha ribadito Francesco, ricordando ancora che «questa è la bellezza del matrimonio»: gli sposi «sono a immagine e somiglianza di Dio e questa è la notizia nostra, la notizia cristiana».

«Dobbiamo pensare di più a questo» ha suggerito il Papa. «Non è facile andare avanti nella vita matrimoniale, nella vita di famiglia, perché vi sono tanti problemi — ha riconosciuto — ma quando si riesce ad andare avanti e non si cade nel fallimento, quanta bellezza!». E, ha fatto presente il Pontefice riferendosi alla lettera di Giacomo, proprio «per andare avanti, la prima lettura ci parlava della pazienza: forse la virtù più importante nella coppia — sia dell’uomo sia della donna — è la pazienza». E ha aggiunto: «Monsignor Assunto Scotti, che lavora qui con me, mi dice spesso: “ci vuole pazienza”. Me lo ripete spesso. Sì, per portare avanti un matrimonio ci vuole pazienza. Ci vuole pazienza. Ma è la pazienza che porta avanti questa immagine e somiglianza di Dio».

In conclusione, il Papa ha invitato a pregare «il Signore perché dia alla Chiesa e alla società una coscienza più profonda, più bella del matrimonio», in modo «che tutti noi riusciamo a capire e a contemplare che nel matrimonio c’è l’immagine e la somiglianza di Dio».

(Santa Marta, 25 maggio 2018)


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