Omelia del 14 Settembre 2018: Vangelo e Parola del Giorno

Omelia del 14 Settembre 2018: Vangelo e Parola del Giorno

PAROLA DEL GIORNO

Dal libro dei Numeri
Nm 21,4b-9

In quei giorni, il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: «Perché ci avete fatto salire dall’Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c’è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero».

Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e un gran numero d’Israeliti morì.

Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti». Mosè pregò per il popolo.

Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita». Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita.

VANGELO DEL GIORNO

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 3,13-17

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:

«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.

Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.

Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».

PAROLE DEL SANTO PADRE

Gesù non è un semplice «maestro spirituale» dispensatore di «buoni consigli» o di «un po’ di consolazioni». Ma seguirlo non significa certo abbandonarsi a «un masochismo spirituale» senza speranza, come se si fosse protagonisti di «una tragedia pagana». È da queste «due tentazioni» che Papa Francesco ha messo in guardia ricordando che «la croce è un mistero d’amore» e che non può esserci «Cristo senza croce» né «croce senza Cristo». Una meditazione proposta significativamente proprio nella festa dell’esaltazione della Santa croce, […].

«Nella preghiera abbiamo detto che la croce è mistero d’amore, mistero che si capisce soltanto dal cuore e dall’amore» ha fatto subito notare Francesco, facendo riferimento alla colletta proposta dalla liturgia. E «la liturgia, quando parla della croce, la vede come un albero e dice: “è un albero nobile, è un albero fedele”». Proprio «questo è il mistero d’amore: la nobiltà dell’amore di Gesù Cristo, la fedeltà dell’amore di Dio».

Ma, ha avvertito il Papa, «non è sempre facile capire la croce, perché soltanto con la contemplazione si va avanti in questo mistero d’amore». Così, ha aggiunto riferendosi al passo evangelico di Giovanni (3, 13-17), «Gesù, quando vuol spiegare questo mistero d’amore a Nicodemo, usa due verbi: salire, scendere o scendere, salire».

Dunque, «questo è il mistero d’amore: Gesù sceso dal cielo per portare tutti noi a salire in cielo: questo è il mistero della croce».

Nella seconda lettura, ha affermato ancora il Papa riprendendo i contenuti della lettera a ai Filippesi (2, 6-11), «Paolo spiega questo salire e questo scendere di Gesù; e dello scendere di Gesù dice: “Svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce”». Questa «è la discesa di Gesù: fino al basso, all’umiliazione, svuotò se stesso per amore, e per questo Dio lo esaltò e lo ha fatto salire». Perciò, ha spiegato Francesco, «soltanto se noi riusciamo a capire questa discesa fino alla fine possiamo capire la salvezza che ci offre questo mistero d’amore».

«Ma non è facile — ha rilanciato il Pontefice — perché sempre ci sono stati nella storia e nella vita nostra tentazioni; spiegare o prendere metà e non l’altra metà, no?». A questo proposito, ha proseguito, «Paolo disse una parola forte ai Galati — “o Galati sciocchi” — quando loro hanno ceduto alla tentazione di non entrare nel mistero d’amore, ma spiegarlo». Paolo li apostrofa: “O Galati sciocchi, chi vi ha incantato? Come il serpente aveva incantato Eva, come il serpente nel deserto aveva avvelenato gli israeliti. Chi vi ha incantato, ai quali Gesù Cristo è stato presentato crocifisso?”». In realtà, ha spiegato il Papa, «sono stati incantati da un’illusione di un Cristo senza croce o di una croce senza Cristo. Queste sono le due tentazioni: un Cristo senza croce, cioè un maestro spirituale che ti porta avanti tranquillo, non ci sono le sofferenze o almeno tu scappi dalle sofferenze e vai». Ma «un Cristo senza croce che non è il Signore: è un maestro, niente di più. È quello che, senza saperlo, forse cercava Nicodemo».

Ed «è una delle tentazioni. Sì, Gesù, che buono il maestro, ma senza croce: chi vi ha incantato con questa immagine?». Questa è appunto «la rabbia di Paolo: presentato Gesù Cristo ma non crocifisso».

«L’altra tentazione — ha detto Francesco — è la croce senza Cristo, l’angoscia di rimanere giù, abbassati, col peso del peccato, senza speranza. È una specie di “masochismo” spirituale. Solo la croce, ma senza speranza, senza Cristo. È un mistero di tragedia, no? Possiamo pensare alle tragedie pagane». Ma «la croce è un mistero d’amore, la croce è fedele, la croce è nobile».

«Oggi possiamo prendere qualche minuto — ha riassunto il Pontefice suggerendo le coordinate di un esame di coscienza — e ognuno farsi la domanda: il Cristo crocifisso, per me, è mistero d’amore? Io seguo Gesù senza croce, un maestro spirituale che riempie di consolazione, di consigli buoni? Seguo la croce senza Gesù, sempre lamentandomi, con questo “masochismo” dello spirito?». E ancora: «Mi lascio portare da questo mistero dell’abbassamento, svuotamento totale e innalzamento del Signore?». In conclusione, il Papa ha auspicato, nella preghiera, «che il Signore ci dia la grazia non dico di capire ma di entrare, entrare — poi col cuore, con la mente, con il corpo, con tutto, capiremo qualcosa — in questo mistero d’amore».

(Casa Santa Marta, 14 settembre 2017)

One thought on “Omelia del 14 Settembre 2018: Vangelo e Parola del Giorno

  1. Anche oggi il “popolo” non sopporta’ piu’, stanco e cerca ristoro in cose che lo distruggono di piu’, sesso+alcol+droga=distruzione di se—non si amano piu’–Papa Francesco e’ il Mose’ di oggi che la Misericordia di DIO ci ha donato, ascoltiamolo viviamo quanto Lui spiega in modo semplice per noi la Parola di DIO—-Entrando nel mistero della Croce pregando; non capisco questo mistero della Croce, ma Tu lo Hai fatto per amore mio, io lo rispetto–ho capito che accettare la nostra croce fa’ comprendere molte cose di noi stessi, della nostra vita, di come siamo sconosciuti a noi stessi, dove come correggere, dove come “potare”, accettando la croce che noi abbiamo “creato” per nostra ignoranza in quanto ho scritto sopra, diventiamo piu’ forti, coraggiosi vivendo sulla e dentro la Parola di Dio————Ivana Barbonetti-

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