San Massimo di Torino, Vescovo

San Massimo di Torino, Vescovo
Massimo guidò la diocesi di Torino, di cui è considerato il fondatore, nel travagliato periodo delle invasioni barbariche. Nato verso la metà del IV secolo, fu discepolo di sant’Ambrogio e di sant’Eusebio di Vercelli.

Nonostante il suo carattere mite, che traspare dalle «Omelie» e dai «Sermoni» che ci sono pervenuti, propose ai sui fedeli un esempio di fermezza. «È figlio ingiusto ed empio – così li spronava a non lasciare la città – colui che abbandona la madre in pericolo.

Dolce madre è in qualche modo la patria». Li esortava a anche a mantenersi irreprensibili nei costumi e a non confidare in superstizioni come l’invocazione della luna: «Veramente presso di voi la luna è in travaglio – scriveva con ironia -, quando una copiosa cena vi distende il ventre e il capo vi ciondola per troppe libagioni». La data della sua morte non è certa: avvenne tra il 408 e il 423. (Avvenire)

Etimologia: Massimo = grandissimo, dal latino

Emblema: Bastone pastorale, Mitra, Casula, Pallio

Martirologio Romano: A Torino, san Massimo, primo vescovo di questa sede, che con la sua parola di padre chiamò folle di pagani alla fede di Cristo e le guidò con la celeste dottrina al premio della salvezza.

Fonte: santiebeati.it

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