Il tuo sguardo illumina il mondo


Il tuo sguardo illumina il mondo

«Gli anni della nostra amicizia sono stati per me gli anni della grande libertà. Libertà di essere come sono» scrive Susanna Tamaro a Pierluigi Cappello, il poeta scomparso nel 2017, tenendo fede a una promessa che si erano fatti prima che la malattia li separasse. Quella di scrivere un libro insieme. Il libro è questo.

Un libro delicato, profondo e commovente che ripercorre gli anni brevi e intensi della loro amicizia. Un’amicizia speciale, limpida e luminosa, riflessiva e inquieta, capace di analizzare la tormentata complessità di questi tempi, senza lasciarsene mai sopraffare.

Un’amicizia suggellata anche da due modi diversi di affrontare la disabilità. Per Pierluigi, l’essere costretto su una sedia a rotelle, a causa di un incidente avvenuto da ragazzo.

Per Susanna, una sindrome neurologica che l’ha confinata, fin dai primi anni di vita, in una dimensione di fragilità e solitudine. Un libro capace di affrontare le asprezze dell’adolescenza, la crudeltà che si abbatte sui diversi, sulle persone sensibili, su chi non si arrende alla banalità del male.

Un libro che racconta anche l’amore, la capacità di cambiare e la salvezza che passa attraverso la scoperta delle parole. Un libro che non ha paura di parlare dell’anima e del mistero che ci avvolge, della vita e della morte, e del senso profondo del nostro esistere.

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Il tuo sguardo illumina il mondo

One thought on “Il tuo sguardo illumina il mondo

  1. 7 ottobre 2018 di Paolo Affatato la stampa,pakistan :cristiana ASIA BIBI: FISSATO L’APPELLO per l8 ottobre per la sentenza di condanna a morte perche’ cristiana in un paese musulmano….
    Pakistan. Vita o morte per Asia Bibi, fissata per l’8 ottobre l’udienza decisiva

    La Corte Suprema del Pakistan esamina il ricorso degli avvocati della donna cristiana condannata a morte per blasfemia. Lei in carcere prega e chiede la vicinanza del Papa.

    Il grande giorno è arrivato. È il giorno decisivo per la vita o la morte di Asia Bibi. Lunedì 8 ottobre 2018, alle 13 ora locale (le 10 del mattino ora italiana), la Corte Suprema del Pakistan esamina il ricorso, giunto al terzo e ultimo grado di giudizio, presentato dagli avvocati della donna cristiana condannata a morte per blasfemia e in carcere da quasi un decennio per aver bevuto acqua musulmana ed averla infettata contaminata poiche’ lei e’ cristiana.MA IL PAPA DOVE E’? QUANDO SI TRATTA DI GENOCIDI CRISTIANI GIORNALIERI IL PAPA DOVE E’?..COSA DICE E COSA FA’?..IL RIASSUNTO E’SEMPRE LO STESSO…ANCHE DA PARTE DELLA CHEISA CHE NON PONE LIMITI ALLE PERSECUZIONI DEI CRISTIANI…ALLAH E’ VERAMENTE GRANDE…?DA NOI OGNI COSA FATTA PER FERMARE LE ASSURDITA’ ISLAMICHE..VENGONO DEFINITE RAZZISMO…FASCISMO NAZZISMO MAFIOSI ETC…FORSE VERAMENTE I CATTOLICI SAREBBE BENE CHE SI DIANO UNA SVEGLIATA..VERA..e non gridino in una maniera o nell’altra viva allah e le sue dottrine blasfeme di poligamia pedofilia famiglie allargate prostituzione in ogni saccheggio di guerra nel mondo specie se non musulmane gia’ scritto nel corano comne preda di guerra, blasfemia ogni volta che un cristino vorrebbe parlare di allah e che secondo il corano e’ giusto metterlo a a morte come Asia, infibulazione spose bambina iran arabia etc..lapidazione e morte agli infedeli….su cui nessuno dice ad oggi piu’ niente nemmeno la chiesa…
    la chiesa tace come sempre e lascia correre..e preferisce in prima pagina ,la guerra a salvini….c’e’da chiedersi dove sono i veri cattolici ,non quelli effemminati o “deviati” pacifisti che gridano si all’aborto al divorzio all’eutanasia alle famiglie gay etc..

    Condannata a morte senza prove per “blasfemia”, il 17 marzo la donna cristiana vedrà i giudici dell’Alta Corte. Il Centro per l’assistenza legale, che segue il suo caso, invita i magistrati a “non cedere alle pressioni dei fondamentalisti”.Il giudizio d’appello deve decidere sul “crimine” commesso da Asia Bibi: aver bevuto un bicchiere d’acqua raccolta da un pozzo di proprietà di un musulmano. Da qui l’accusa di aver “infettato” la fonte, poi la discussione con le altre donne e, infine, l’incriminazione per aver “insultato il profeta Maometto”.

    Il processo davanti al tribunale di Nakhana Shahib, che a novembre del 2010 decretò la prima condanna a morte, fu evidentemente viziato da false accuse, costruite ad arte per punire la donna che aveva osato ribellarsi ad una discriminazione di cui era stata vittima, perpetrata dalle sue compagne di lavoro agricolo nei campi. Le donne l’avevano accusata di aver contaminato, in quanto cristiana, la fonte d’acqua da cui tutte si stavano abbeverando.

    Alla reazione stizzita di Asia – un affronto imperdonabile – erano andate a cercare manforte dall’imam locale, che architettò e portò a termine il piano di un’accusa per blasfemia: una facile scorciatoia da usare per liberarsi di avversari in dissidi privati. L’imam ha sporto denuncia e testimoniato in tribunale su un evento in cui – assurdita logica e giuridica – non era in alcun modo coinvolto di persona, affermando che Asia aveva offeso il nome del profeta Maometto.

    Sarebbe stato facile, a quel punto, per i giudici smascherare il complotto, dato che l’imam non aveva mai ascoltato le parole di Asia e la sua testimonianza era palesemente falsa. Ma il tribunale scelse la via più comoda e, per non indispettire i gruppi musulmani locali, preferì dichiararla colpevole.

    La vita di Asia da quel giorno cambiò e una innocente subì la condanna a morte secondo l’articolo 295 comma C del Codice Penale del Pakistan, ovvero per il reato di blasfemia verso il profeta Maometto. Il suo caso divenne noto e i cristiani in Pakistan iniziarono una campagna in sua difesa, che culminò con un appello pubblico di Benedetto XVI per il suo rilascio.

    Dopo più di quattro anni di carcere, i giudici del tribunale d’appello sono chiamati a decidere la sorte di Asia Bibi, la cristiana pakistana condannata a morte senza prove sulla base della criticatissima “legge sulla blasfemia”.

    Madre di cinque figli, Asia Bibi è una contadina arrestata nel 2009 con l’accusa di aver insultato Maometto. Nel novembre 2010 è stata condannata a morte. Le Chiese cristiane in generale (Asia Bibi è protestante), la Chiesa cattolica in particolare, diverse organizzazioni per i diritti umani e tanti organismi internazionali hanno protestato contro questa sentenza, su cui adesso deve esprimersi l’Alta Corte di Lahore.

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