“Mare sicuro”, storie di chi dona la vita per salvare gli altri

"Mare sicuro", storie di chi dona la vita per salvare gli altri
Questa mattina alla libreria San Paolo di Roma, è stato presentato il libro “Mare sicuro”. Ultimo lavoro della giornalista Annachiara Valle che, tramite storie esemplari, racconta il quotidiano impegno della Guardia costiera per la sicurezza delle persone in mare

Rischiare la propria vita per amore degli altri: così vivono e lavorano gli uomini e le donne della Guardia costiera il cui quotidiano impegno viene raccontato nel libro di Annachiara Valle, “Mare sicuro”.

Una pubblicazione nata dalla collaborazione tra il Comando Generale della Guardia costiera e il Gruppo San Paolo che, come spiega l’autrice, “evidenzia l’abnegazione e l’amore per il prossimo che spinge queste persone a svolgere il proprio lavoro”.

Mare Sicuro
E’ il 1991 quando viene avviata per la prima volta l’operazione Mare Sicuro, attività che la Guardia costiera ripete con orgoglio ogni anno e che, solo nell’estate del 2018, ha salvato 1.703 persone. Uomini, donne e bambini che sono stati strappati alla morte grazie a questi angeli del mare.

La storia di Mario Di Maria
Il libro, edito da edizioni San Paolo, ha lo scopo di offrire al lettore quattro storie esemplari vissute e raccontate in prima persona dagli uomini e donne della Guardia costiera. Tra queste, particolarmente toccante, è quella del maresciallo Mario Di Maria che nell’agosto del 2010, sebbene fuori servizio, ha salvato un bimbo di tre anni che stava annegando davanti ai suoi occhi.

“Passeggiavo con mia moglie Ortensia lungo la baia di Calalunga – racconta ancora emozionato Mario Di Maria – quando, ad un certo punto, ho visto una manina piccola che spuntava dall’acqua. Mi sono buttato subito senza dare spiegazioni: se avessi perso anche un solo secondo quel bambino non ci sarebbe più. Mentre mi avvicinavo – prosegue – l’ho visto che lottava per restare a galla, ma veniva tirato sempre più a fondo. Non è stato facile trarlo in salvo a causa del fondale simile alle sabbie mobili. Quando ripenso a quel bimbo non posso fare a meno di provare una forte emozione. Sono cose che ti restano dentro”, confessa commosso il maresciallo. Un episodio che ha segnato profondamente la sua vita e che lui stesso definisce “un dono dal cielo”. “Io e mia moglie – conclude – non potevamo avere figli e proprio dopo quel salvataggio sono arrivati”.

Difendere la nostra casa comune
Oltre a salvare vite umane, gli uomini e delle donne del Corpo, lavorano per tutelare l’ambiente difendendo quella che Papa Francesco, nell’ Enciclica Laudato si’ , definisce la nostra “casa comune”. Sono molti, infatti, gli interventi realizzati per proteggere la flora e la fauna marina, sempre più a rischio a causa dell’inquinamento dei mari. Un’operazione che viene portata avanti anche con attività di promozione e sensibilizzazione per spiegare a tutti quanto sia vitale il rispetto della natura che non è una “mera cornice” alla nostra esistenza, ma un vero e proprio dono.

“ Se teniamo conto del fatto che anche l’essere umano è una creatura di questo mondo, che ha diritto a vivere e ad essere felice, e inoltre ha una speciale dignità, non possiamo tralasciare di considerare gli effetti del degrado ambientale, dell’attuale modello di sviluppo e della cultura dello scarto sulla vita delle persone (Enciclica Laudato Si’) ”

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Fonte: Vatican News

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